Iris Pelizzoni, psicologa queer, Phd, responsabile dei gruppi psicologici Lgbtqia+ di Tice e mamma, racconta da un punto di vista psicologico e scientifico l’omogenitorialità e tanti altri temi legati alla comunità Lgbqia+ aprendosi alla propria esperienza in modo consapevole e arricchente.
Se hai delle domande puoi scrivere a iris.pelizzoni@centrotice.it
Carriera Alias: facciamo chiarezza
La carriera alias è uno strumento che ha acquisito sempre più rilevanza nelle aziende, nelle università e nelle scuole. Questo termine si riferisce a una prassi amministrativa che consente alle persone transgender di adottare, nell’ambito lavorativo o scolastico, un nome diverso (nome di elezione) da quello anagrafico (dead name), in linea con la propria identità di genere, senza dover attendere il completamento dell’iter legale per la rettifica dei documenti.
In realtà, la carriera alias rappresenta molto più di una semplice modifica burocratica. Per le persone transgender, il nome e il genere associato ai documenti ufficiali possono essere una fonte di forte disagio. Immaginate quando questo accade in un contesto, come quello della scuola, in cui il confronto con l’altrə ha un peso importante.
Immaginate una ragazza transgender che durante l’appello viene continuamente chiamata con il suo dead name nonostante la sua espressione di genere femminile. Immaginate dover leggere continuamente il proprio dead name (un nome che non ci rappresenta) sul registro elettronico scolastico. Oppure ancora, in Azienda, ricevere mail all’indirizzo di posta elettronica con il proprio dead name, e poi incontrare di persona in cliente e dover fare coming out per spiegare la situazione.
Quali sono i benefici psicologici della carriera Alias?
- In primis, un nome che non riflette la propria identità di genere può portare a continui episodi di “misgendering” (essere chiamati con il genere sbagliato), che possono aumentare il disagio emotivo, il senso di inadeguatezza e l’ansia. Da questo punto di vista, la carriera alias offre alle persone transgender la possibilità di essere riconosciute come vorrebbero essere viste, riducendo significativamente questi episodi di malessere. Essere chiamati con il proprio nome elettivo può portare a un immediato miglioramento del benessere emotivo e della qualità della vita. Riduce l’ansia sociale e il disagio legato all’esposizione in ambienti pubblici o professionali. Alcune ricerche indicano che essere chiamati con il nome che corrisponde alla propria identità di genere può contribuire a ridurre il rischio di depressione e ideazioni suicide tra le persone transgender.
- Essere rispettati e riconosciuti per la propria identità favorisce un senso di autostima e fiducia in sé stessi. Per una persona transgender, vedere riconosciuta la propria identità di genere, anche solo all’interno dell’ambiente lavorativo o universitario, può rappresentare una valida conferma della propria esistenza e del proprio diritto di essere se stessi.
- Quando il contesto riconosce l’identità di genere della persona e utilizza il nome e i pronomi corretti, si crea un clima di rispetto e apertura. Questo riduce il rischio di conflitti legati a fraintendimenti e malintesi e promuove la creazione di legami più autentici e positivi con colleghi e superiori.
Infine, la carriera alias contribuisce a un miglioramento complessivo del benessere psicosociale, favorendo un clima di maggiore accettazione e inclusione. Non si tratta solo di un vantaggio per la persona transgender, ma anche per l’intero gruppo. Le aziende e le istituzioni che implementano politiche inclusive come la carriera alias dimostrano di essere attente alla diversità e di sostenere attivamente il benessere di tuttə i loro membrə. Questo può avere un impatto positivo anche per le persone cisgender (coloro la cui identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita), che vedranno la scuola, l’università o l’azienda come un ambiente aperto, inclusivo e rispettoso.
Come procedere per l'attivazione della carriera Alias?
In Italia, non esiste una legge nazionale specifica che obblighi le aziende o le università a introdurre la carriera alias, ma molte istituzioni hanno già adottato autonomamente politiche in tal senso. Ecco alcuni passi da seguire:
- Contattare l’Ufficio Risorse Umane o l’Ente Competente
Il primo passo per attivare una carriera alias è rivolgersi all’ufficio risorse umane (nel caso di aziende) o all’ufficio studenti (nel caso di università o scuole superiori). La richiesta è solitamente riservata e può essere fatta sia verbalmente che per iscritto.
- Stipula di un accordo o regolamento interno
Le aziende e le università che adottano la carriera alias generalmente creano un accordo o un regolamento interno che disciplina l’utilizzo del nome alias. Questo regolamento stabilisce che il nome scelto sarà utilizzato in tutte le situazioni interne all’organizzazione (e-mail aziendale, cartellini identificativi, registri, ecc.), mentre quello anagrafico resterà valido per documenti ufficiali e legali.
Promuovere la carriera alias significa promuovere il rispetto, l’inclusione e il benessere psicosociale. In un mondo del lavoro sempre più attento alla diversità, strumenti come questo rappresentano un passo avanti verso una maggiore equità e una reale integrazione di tutte le persone, a prescindere dalla loro identità di genere.
Nella speranza che questo articolo possa essere utile, auguro a tutti, a tutte voi, e a chi non si riconosce in questo binarismo, una buona giornata.
Iris Pelizzoni
Alcuni termini nuovi che abbiamo imparato oggi
- persona trangender: persona la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita
- persona cisgender: persona la cui identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita
- nome di elezione: nome scelto da una persona per essere usato nella vita quotidiana, in particolare quando il nome anagrafico (quello registrato alla nascita) non riflette la propria identità di genere o personale. È spesso utilizzato dalle persone transgender o non binarie in attesa di una modifica ufficiale dei documenti.
- dead name: nome anagrafico che una persona transgender non usa più perché non rispecchia la propria identità di genere. Continuare a usare questo nome, intenzionalmente o meno, può causare disagio e sofferenza alla persona, poiché richiama un’identità passata che non riconosce più.
- misgendering: è l’atto di riferirsi a una persona con pronomi, nomi o termini di genere che non corrispondono alla sua identità di genere. Questo può avvenire in modo involontario o intenzionale e spesso provoca disagio, frustrazione o sofferenza nella persona coinvolta, poiché non viene riconosciuta per chi è realmente.