Gli individui con disforia di genere mostrano una marcata discrepanza tra il genere che è stato loro assegnato alla nascita e quello da loro esperito. Inoltre, per poter parlare di disforia di genere, deve essere presente una marcata sofferenza connessa a questa discrepanza.

Il genere esperito può comprendere inoltre identità di genere alternative che vanno al di là degli stereotipi binari. Di conseguenza, la sofferenza non si limita al desiderio di appartenere semplicemente al genere opposto, ma può comprendere un desiderio di appartenere a un genere alternativo, purché differisca dal genere assegnato all’individuo.

Facciamo chiarezza sulla terminologia

Per comprendere meglio la complessità del tema occorre fare chiarezza sulla terminologia utilizzata e fornire l’idea della eterogeneità di sfumature dell’espressione sessuale.

  • Il genere o sesso biologico si riferisce allo status biologico di una persona: maschio, femmina o intersessuale.
  • L’identità sessuale o orientamento sessuale si riferisce al sesso dal quale una persona è attratta sessualmente (se presente).
  • L’identità di genere è la soggettiva cognizione di appartenere a un certo sesso, ossia il modo in cui una persona si vede come “maschio”, “femmina”, “transgender” o un altro termine identificativo (p. es., “genderqueer”, non binario, agender).
  • Il ruolo di genere è l’espressione obiettiva, pubblica, dell’identità di genere e comprende tutto ciò che la gente dice e fa per indicare a se stessa e agli altri il grado in cui si identifica con il genere a cui appartiene.

Per la maggior parte delle persone vi è consonanza tra sesso biologico (nascita), identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale. Tuttavia, esistono in natura diverse combinazioni ed espressioni della sessualità e i soggetti con disforia di genere, sperimentano un certo grado di incongruenza tra il loro sesso e la loro identità di genere.

L’incongruità di genere, di per sé non è considerata una malattia. Tuttavia, quando la mancata corrispondenza tra sesso di nascita e identità di genere percepita causa disagio significativo, una diagnosi di disforia di genere può essere opportuna.

Disforia di genere

Come si manifesta la disforia di genere?

Disforia

La disforia di genere si manifesta con malessere e disagio profondo nei confronti del proprio corpo, sentito come estraneo; lo stesso senso di estraneità viene provato per i comportamenti e gli atteggiamenti che sono tipici del proprio sesso, all’interno del quale la persona non si riconosce.

I primi sintomi della disforia di genere possono comparire fin dai primi anni di vita, intorno ai 2-3 anni. Negli studi sui bambini è stato osservato come la disforia persista fino all’età adulta per il 6-23% dei maschi ed il 12-27% delle femmine. In altre parole, meno di un terzo dei bambini nei quali è stata accertata la disforia di genere manterrà tale condizione anche in adolescenza. Tuttavia, quando la disforia di genere permane nella fase iniziale del periodo di sviluppo sessuale (pubertà), raramente scompare col tempo e quasi tutti gli adolescenti con disforia di genere mantengono tale condizione anche in età adulta.

Il DSM 5 (Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali – 5° e più recente edizione) descrive le manifestazioni di questa condizione nelle varie fasi della vita.

Nei bambini la disforia di genere compare con desiderio di indossare abiti, utilizzare giocattoli o prendere parte a giochi che sono comunemente associati all’altro genere, preferendo giocare con i bambini del sesso biologico opposto; rifiuto di urinare come fanno gli altri bambini dello stesso sesso biologico (per i bambini in piedi o per le bambine sedute); desiderio di volersi sbarazzare dei propri genitali e di voler avere i genitali del sesso biologico opposto; estremo disagio nei confronti dei cambiamenti del corpo che avvengono durante la pubertà. Queste manifestazioni si associano solitamente con una sofferenza profonda e con difficoltà in ambito sociale e scolastico.

Negli adolescenti e negli adulti, i sintomi possono includere: certezza che il proprio vero genere non sia allineato con il proprio corpo, disgusto verso i propri genitali, forte desiderio di liberarsi dei propri genitali e di altre caratteristiche del proprio sesso biologico.

Avere o sopprimere questi sentimenti è spesso molto difficile da affrontare e, di conseguenza, molte persone con disforia di genere presentano ansia, depressione, compiono atti di autolesionismo e fanno pensieri suicidari.

lgbtq+

Come si interviene nella disforia di genere?

La terapia per la disforia di genere ha lo scopo di ridurre, o rimuovere, la sofferenza della persona che ne è affetta e si basa sulla stretta collaborazione tra psicologi, psichiatri, endocrinologhi e chirurghi. Esistono suggerimenti (standard di cura) proposti dall’Associazione mondiale per la salute transgender (World Professional Association of Transgender Health, WPATH, Coleman E et al. 2011) e linee guida internazionali (Hembree WC et al. 2017) alle quali gli operatori sanitari fanno riferimento. Alcune persone con disforia di genere decidono di intervenire sul proprio corpo per renderlo più simile a come si sentono attraverso un “percorso di affermazione di genere” (possibile dai 16 anni in poi) che procede per fasi successive e può prevedere un trattamento ormonale e/o chirurgico. Non si tratta di un percorso obbligatorio, l’iter non è lo stesso per tutte le persone ed esistono dei centri specializzati multidisciplinari che accompagnano la persona in tutto l’iter.

Che cosa può fare Tice?

Le disfunzioni sessuali possono avere una causa fisica o psicologica. Nella maggior parte dei casi l’origine è psicologica, ma è fondamentale escludere eventuali cause organiche attraverso approfondimenti di natura medica.

I bambini e gli adolescenti con disforia di genere sono considerati anche soggetti più psicologicamente più vulnerabili. Più spesso infatti possono provare ansia o depressione, avere una bassa autostima o essere isolati socialmente.

Per questo i Centri TICE rappresentano dei luoghi adatti ad accogliere ragazz* che sperimentino questo tipo di disagio, essendo contesti protetti, in cui l’ambiente sociale è inclusivo e aperto e in cui ognuno impara che la sua diversità è una risorsa e la comunicazione è positiva e costruttiva. Presso TICE esiste una comunity di persone (professionisti, adolescenti, famiglie) lgbtq+ che si riunisce e si supporta.

Presso i nostri centri sono disponibili percorsi di supporto allo studio, psicoeducazione emotiva, psicomotricità che possono aiutare i piccoli con disforia di genere a individuare dei punti di riferimento in un ambiente aperto e disteso, in cui esprimere le proprie emozioni e pensieri.

Il supporto psicologico consente di affrontare le difficoltà di ciascun individuo e fornisce un aiuto per ridurre la sofferenza emotiva. Essendo frequente riscontrare anche altri disturbi psicologici (es. ansia, depressione, disturbo oppositivo-provocatorio), è importante identificare e trattare tutte le componenti che contribuiscono al malessere. La pubertà e i cambiamenti fisici che la accompagnano, rappresentano una sfida difficile da affrontare e possono acuire il disagio. Per questo le linee guida internazionali suggeriscono un sostegno psicologico costante rivolto al ragazz* e alla sua famiglia, che si concretizza anche con un accompagnamento nelle varie fasi e nei principali contesti di vita (scuola in primis) perchè si creino contesti accoglienti e inclusivi.

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