La Psicomotricità è una disciplina
che intende valorizzare la sinergia tra esperienza corporea e immagine mentale, tra azione e mondo interiore, tra atto e intenzionalità, considerando l’individuo in un’ottica di integrazione tra elementi esperienziali, emozionali e intellettivi.

Riferita all’età evolutiva è una disciplina che intende supportare i processi evolutivi dell’infanzia, valorizzando il bambino nell’integrazione delle sue componenti emotive, intellettive e corporee, nella specificità del suo mettersi in gioco primariamente attraverso l’azione e l’interazione.

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La pratica psicomotoria può essere utilizzata:

In ambito clinico

come attività di abilitazione e riabilitazione anche di tipo cognitivo-funzionale, finalizzate a una reintegrazione e recupero di abilità e competenze che hanno subito un deterioramento o non abbiano raggiunto uno sviluppo completo e alla compensazione di tali abilità   nei casi in cui non sia possibile un recupero.

Rientra nell’azione riabilitativa e abilitativa
l’attuazione di interventi
rivolti a soggetti con disturbi del neurosviluppo,
disturbi psicologici e comportamentali oltre che a persone con deficit neuropsicologici a seguito di malattie degenerative.

In ambito educativo

come attività di educazione psicomotoria in una dimensione individuale o di gruppo in cui gli interventi sono rivolti 
a favorire un armonico sviluppo psicomotorio, a prevenire fragilità nella relazione e negli apprendimenti nei bambini in età evolutiva

 

Rientrano nell’attività psicoeducativa: 
sia i percorsi rivolti a bambini suddivisi in gruppi omogenei per età sia i progetti laboratoriali che svolgiamo nelle scuole dei territori in cui operiamo.

 

Perché è così importante lavorare sul/con il corpo?

Il periodo che va dai tre ai sette anni corrisponde a uno stadio di strutturazione percettiva fondamentale, che risponde all’obiettivo di permettere al bambino la massima espressione del proprio vissuto corporeo globale, consentendo una disponibilità nell’esercizio della motricità spontanea, che si prolunga nell’espressione verbale e grafica.

Tale arco temporale accompagna il bambino nel passaggio alla scuola primaria: sostenere lo sviluppo corporeo e percettivo ha quindi un importante ruolo di prevenzione e consente di evitare che il bimbo incontri difficoltà al momento dell’acquisizione dei primi apprendimenti scolastici.

Educare al movimento significa sollecitare i meccanismi sottostanti al controllo, alla regolazione del movimento e quindi l’intenzionalità.

NEUROPSICOMOTRICITÀ - Centro Tice

Nello sviluppo del bambino, dunque, l’intenzionalità svolge un ruolo fondamentale ed è importante che essa venga promossa all’interno di un ambiente adeguato e sicuro. In questo senso, il ruolo del Neuropsicomotricista è quello di predisporre per il bambino un’esperienza attiva di confronto con l’ambiente. L’aiuto educativo ha in questo senso l’obiettivo di permettere al bambino di esercitare, attraverso il gioco, la sua funzione di aggiustamento, individualmente o insieme ad altri pari.

Il gioco è strettamente collegato allo sviluppo psicomotorio del bambino ed è attraverso di esso che il bambino esperisce nuove emozioni e realizza nuove esperienze. Il gioco unisce infatti dimensione espressiva, comunicazione, esercizio di abilità, scoperta dell’ambiente, conoscenza corporea, crescita cognitiva, apprendimento, necessità di rispettare le regole, dimensione affettiva ed emozionale del bambino, capacità di socializzazione.

In quest’ambito d’intervento Tice organizza anche laboratori psicomotori a carattere educativo in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche.

NEUROPSICOMOTRICITÀ - Centro Tice

Percorsi di TICE

All’interno di Tice le attività Neuropsicomotorie vengono svolte attraverso una pratica evidence-based; per ciascun individuo viene perciò messo in atto un piano di intervento specifico e intensivo sulla base delle eventuali necessità manifestate, con un lavoro di équipe che permette al bambino/ragazzo di generalizzare le abilità insegnate in modo costante, relazionandosi oltre che con la figura del terapista, anche con quella di altri professionisti e di altri bambini di diverse età, intervallando sedute individuali e di gruppo. 

Il monitoraggio costante degli apprendimenti avviene attraverso la raccolta dati, sia nelle fasi di valutazione che in quelle d’intervento. Questo permette di rinnovare in itinere strategie e metodiche d’intervento, mantenendo così un’elevata qualità di servizio.

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