Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca, fondatrice di Tice e donna neurodivergente racconta in questo blog come la psicologia e le scienze sociali abbiano cambiato il modo di considerare le persone neurodivergenti e fornirà alcuni spunti importanti nella relazione con persone neurodiverse.
Se hai delle domande puoi scrivere a francesca.cavallini@centrotice.it
Sono Francesca Cavallini, RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e mi occupo di sicurezza a Tice.
Per me la sicurezza non è soltanto fisica – pur essendo fondamentale – ma è anche e soprattutto mentale.
Come responsabile per la sicurezza di Tice, credo che la sicurezza non riguardi solo gli spazi e le procedure, ma anche il benessere emotivo e professionale di chi lavora con noi.
Per questo, ogni volta che accogliamo nuovi tirocinanti, chiediamo loro quali sono le paure che sentono all’inizio del percorso. Non è un semplice esercizio: è un invito a fermarsi, ascoltarsi e condividere.
Siamo convinti che fare comunità e dare voce alle proprie fragilità aiuti a costruire un ambiente di lavoro dove non è necessario essere infallibili. La psicologia clinica, infatti, è un’attività che si svolge in comunità e per le comunità: solo condividendo dubbi, timori e pensieri possiamo diventare professionisti più consapevoli e pronti ad affrontare la complessità del lavoro clinico.
Questa raccolta di riflessioni dei tirocinanti nasce proprio con questo spirito: mettere in comune le paure per trasformarle in occasione di crescita, sostegno reciproco e responsabilità condivisa.
Le riflessioni
1. Paure legate alla relazione con i bambini
- Infortuni e sicurezza fisica
- Paura che i bambini possano farsi male (cadute, spigoli, incidenti improvvisi).
- Ansia di non riuscire a prevenire tutti i pericoli, pur avendo la sicurezza come priorità.
- Comportamenti imprevedibili
- Timore che un bambino possa diventare aggressivo (spinte, pugni, lanci di oggetti).
- Paura che un gesto imprevisto provochi danni a sé o ad altri.
Ruolo educativo e modello di riferimento
- Paura di non essere “un buon esempio”, ad esempio in chi ha difficoltà personali (DSA, discalculia) e sente di non poter insegnare abilità scolastiche con sufficiente padronanza.
- Sensazione di inadeguatezza nel fornire strumenti di apprendimento o nel motivare i bambini.
2. Paure nel rapporto con i genitori
- Timore del giudizio
- Paura degli “occhi delusi” e delle parole dei genitori, di non soddisfare le loro aspettative.
- Difficoltà a comunicare episodi problematici (es. comportamenti aggressivi del figlio) per non sembrare incompetenti.
- Ansia da responsabilità
- Sentirsi investiti di una grande fiducia (“affidate a me il vostro tesoro più prezioso”) e temere di non esserne all’altezza.
- Timore di deludere le famiglie, soprattutto quando ci si sente ancora inesperti.
3. Paure legate alla crescita professionale
- Senso di inadeguatezza e inesperienza
- Paura di non avere abbastanza competenze, di dire “cose stupide” o sbagliate.
- Sensazione di essere indietro rispetto ai colleghi più formati, soprattutto per chi non ha ancora completato il percorso di studi.
- Paura di sbagliare e di non sapere abbastanza
- “Starò facendo la cosa giusta?” è una domanda ricorrente.
- Timore di non rispettare scadenze, di non riuscire a scrivere ricerche in modo adeguato, di non padroneggiare codici deontologici e regole professionali.
- Fragilità personale e paura del giudizio dei colleghi
- Ansia di aprirsi troppo e di mostrarsi vulnerabili.
- Paura di non meritare il proprio posto accanto a professionisti più esperti.
4. Paure interiori e identitarie
- Autostima e vissuti personali
- Alcuni tirocinanti rievocano proprie difficoltà scolastiche o neurodivergenze, che alimentano il timore di non valere abbastanza.
- Sensazione di “dover nascondere” insicurezze per non pesare sugli altri.
- Timore di fallire come punto di riferimento
- Paura di non riuscire a dare fiducia, sostegno emotivo o motivazione ai bambini e alle famiglie.
Nonostante le ansie, emerge la volontà di imparare dall’esperienza, di confrontarsi con i colleghi e di trasformare la paura in dialogo, empatia e nuove competenze.
Molti riconoscono che l’errore è parte del percorso e che la forza sta nel “fare insieme”.
Francesca Cavallini
Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca, fondatrice di Tice e donna neurodivergente racconta in questo blog come la psicologia e le scienze sociali abbiano cambiato il modo di considerare le persone neurodivergenti e fornirà alcuni spunti importanti nella relazione con persone neurodiverse.
Se hai delle domande puoi scrivere a francesca.cavallini@centrotice.it
